Le Avventure di Curiosin - Canto 1



(1) In vitrea vasca di superficial natura guizzava un pesce di mezz’eta’ con altri pesciolin vivaci e blu. Tra tanto conforto e facil cibo, il pesce grande tranquillo se ne stava e, soddisfatto, insegnava i piccini ad aprire la bocca per mangiare, ed a guizzare quand’uno dal di fuori li guardava con curiosita’.





(2) Un giorno il piccolim fra i piccolini, chiamato Curiosin, chiese al padre se c’era un altro mondo di la’, fuori della vasca nativa. “E si’ che c’e’,” rispose il pesce grande, ma figlio mio e’ duro il mondo fuori la’ dove viss’io un giorno: tra pesci grossi, fredda corrente, selvaggia natura ed acqua puzzolente. Eppur mi divertivo…

 



(3) E come il figlio piccolino con bocca aperta stava, il padre l’ammoni’ con questa storia. “Devi sapere, o mio piccolo Curiosin, che un giorno volli vedere come stavano i miei vicini, i pesci cani. E pian pianino guizzai per molto tempo finche’, ad un tratto, mi ritrovai davanti ad un grosso pesce con denti da mastino.




(4) Brutto fu quel momento e pieno di paura, ma io, piccolino tra tanti pesci grossi, mossi la coda come la corrente verso piu’ sicura regione del mare grande. Trovai rifugio in una grotta azzurra ed ogni giorno nuotavo con le onde; quando il fondo oscuro nella notte riempie di paura il timoroso pesce, io m’affacciavo timido a per d’acqua.

 



(5) Guardavo le luci del cielo brillare nell’immensita’ oscura tanto bella. La’, pensavo alla mia prima giovinezza ed ai felici tempi trascorsi in compagnia della mia famiglia e degli amici miei. E di la’ vedevo ogni tanto barche con ciurme d’emigrati che silenziosi tendevano qualcosa in giu’ al fosco mare periglioso.

 



(6) Ma quando Febo il Sole, laggiu’ dall’orizzonte, appariva sfoggiante con i suoi cavalli biondi, sentivo sempre una dolce melodia da quelle parti dell’or gioiosa gente. Viss’io contento per un bel po’ di tempo in quella regione sconosciuta ai pescicani finquando vid’io un grazioso olacanto mangiare con gusto un verme tanto grosso ed attraente!

 



(7) Ed io, come pesce sega che mirato ha la sua preda, guizzai diritto verso il pasto pronto. Appena ebbi io abboccato il verme grosso, l’ingordigia mi rinchiuse nella rete con una folla di tanti altri pesci che gridava, mentr’io tremavo come un’alga in preda alla corrente. E persi i sensi senza saper perche’!


 


(8) Quando rinvenni mi trovai con altri pesci in una stanza divisa in tanti mari. E li’ vid’io pesci di tutte le razze, di colore e costumi differenti, giocare contenti nelle piccole prigioni comode arredate e piene d’alimenti. Graziose pescioline vivaci e fresche si trovavano li’ in nostra compagnia, e cosi’ tutti ruzzavamo contenti, come pesci porci dopo sontuoso pasto.

 



(9) Un giorno qualcuno dal di fuori osservo’ il mio vivere contento e fu cosi’ che io non volendo, ed impotente come sempre, lasciai la mia vita muoversi con il vento. Fui portato in questa vasca grande e voi tutti piccini a quel tempo mi guardaste con sbalordimento. Mi piacque questa nuova dimora e fui contento!




Le avventure di Curiosin - Canto 2

(10) E cosi’ io, come buon maestro e ben esperto di come vanno le cose fuori di questa vasca, cominciai ad insegnare a voi di vivere con gioia in questo piccolo mondo di felicita’. Vi dissi che la vita e’ come la si prende: se moderate sono le passioni ed i sentimenti, e ragionate con comprendimento, soddisfatti vivrete in armonia tra le buone e cattive compagnie.

(11) Il mondo e’ un piccolo paese d’allegria e, dovunque, vi si trova la concordia a mano a mano con l’aperta mente dell’educata gente. Ed ora, mio piccolo Curiosin, vai, vai dai tuoi fratelli a giocar piacevolmente ment’io serenamente canto alla mia musa per il mangiare ed il dormire in pace e per l’amore che vi do’ con tutto il cuore. Aspetta Curiosin per un momento…

 

(12) Ricordati soltanto di non pregare Iddio, ma di ringraziarLo sinceramente in ogni tempo perche’ hai avuto tanta fortuna nell’esser nato nella tua famiglia, in questa comoda vasca piccolina; perche’ i tuoi fratelli ti hanno voluto tanto bene, ricordati di loro con cui hai giocato, riso e scherzato. Ricordati, infine, chi sei ovunque vai e porta un sorriso a tutti: dona loro un po’ del tuo cor contento, che sei veramente birichino, o mio piccolo Curiosin.

 

(13) Sprecate sono le parole di buon intenditore nell’orecchio dell’uditor senza esperienza che, giovane e curioso per natura, vuole girare il mondo intero in cerca del saper con l’avventura. Ed allora, quando l’umano con maldritta mano, cambio’ la vecchia acqua ai pesci con la nuova li’ sulla spiaggia vicino alla dimora, Curiosin, che deciso era stato per un bel po’ di tempo, scosse le azzurre pinne verso il mare grande.

 

(14) Piu’ forte del presente e’ la speranza che l’illusione aumenta fra la gente. E Curiosin, che guizzato aveva solo nella vasca, si ritrovo’ libero nell’immensita’ blu e pensoso di non grandi ricordi, ma felici. E come piccolin, che cieco per natura, trova nebbioso il primo sguardo dubbio cosi’ il pesciolino, tra tanta novita’, si senti’ soverchiare d’altrettanta belta’.

 

(15) Vide la natura materna per la prima volta, le conchiglie, le grotte azzurre, i frutti marini, gli altri e tanti pesci correre e giocare nella fredda e salata liberta’. Poi, l’eterno movimento delle onde accolse tra le sue braccia Curiosin contento che, sperduto nell’immensita’, non sapeva dove andare quando la notte lo trovo’ sonnolento e senza piu’ forza per andare oltre.

 

(16) Il piccolo avventuriero si distese per dormire sotto l’onda piu’ vicina mentre una stella da lontano gli sorrise con piacere. Ed allora, vagabondo e solo, chiuse gli occhi quella sera senza dire le preghiere. Dormi’ come un pascia’ nell’oscurita’ ma l’alba, senza scherzi, si fe’ avanti lesta lesta sulla culla del piccino che sognava, poverino, l’avvenire del mattino pellegrino.

 

(17) Il cielo vestito a festa in quel fulgido mattino diede a Curiosin l’allegria e la freschezza di godersi dopo il resto la nuova liberta’: nuoto’ con molto gusto nel mezzo del mare ma si fermo’ di scatto per ascoltare attentamente un gabbiano birichino, da su un’onda ben panciuta, canticchiar, tra i raggi, una dolce canzoncina, che nell’aria si spandeva come i fiori in primavera. Pero’ cercare la compagnia e’ un vizio istintivo.

 

(18) E cosi’ il pesciolin che viver solo non sapeva s’avvio’ pian pianino, con la luce del mattino, verso i suoi compagni di natura, i pesci blu. Il felice emigrato, che pensava ai pesci blu, si giro per novita’ verso il fondo tutto scuro e vide un grazioso pesce verde che stava quasi per nuotare nella bocca straripante d’un ingordo pesce lupo. Che paura! Non ci fu neanche il tempo di pensare allo spavento!





Le avventure di Curiosin - Canto 3

(19) Curiosin presto presto s’affretto’ senza timore a salvar quel poverino, che perduto e sonnolento, si senti’ tirar le pinne… e fuori di pericolo! Verdolin, con gentilezza, ringrazio’ il suo salvatore e con tanti complimenti l’invito’, con tutto il cuore, a pranzar nel suo ritrovo ed a restar se lo vorra’. Curiosin, che soletto era stato un giorno o piu’, volentieri e felicissimo accetto’ questa richiesta. Subito partirono sulla strada tutta verde.

(20) E cosi’ i due amici, chiacchierando allegramente, arrivarono al ritrovo della tribu’ dei pesci verdi. L’accoglienza fu festosa ed il pranzo ancora piu’ e quel giorno tutto quanto fu passato in allegria con giochi d’ogni specie e tra schietta compagnia. Ma la sera venne presto sulla festa ancor gioiosa ed allor la compagnia si ritiro’ sulle alghe fresche a sognar quella notte sotto i raggi della luna o a pensar meravigliati a quella festa inaspettata.

 

(21) Lieto e grato il pesciolino s’addormento’ come un bambino, pero’ vide quella notte una tribu’ di pesci blu che viveva pacificamente in un campo di virtu’. Volle allora ripartire per quel paese familiare, ma decise quel mattino di restare ancora un po’ con l’amico Verdolin, che grato e buon straniero, mostro’ meticolosamente al suo eroe Curiosin quel che v’era da vedere nel paese tutto verde.


(22) Il viaggiare aguzza la mente e gli occhi ancora piu’. E Curiosin, da buon forestiero, osservo’ intelligentemente le varie usanze dei pesci verdi. E capi’, con soddisfazione, che bisogna migliorare con comprensione i dintorni familiari per arrivare ad un’eccellente civilizzazione. La vera filosofia sta nel cuore di ogni pesce che e’ felice di vivere il momento e di sognare continuamente, senza poi scordarsi niente!

 

(23) Difatti la vera felicita’ e’ nel sangue della gente. Ed il sangue e’ come il tempo, sceglie sempre il giorno giusto; e piu’ felici son le genti quando il tempo li circonda con le giuste primavere e con tutte le stagioni, senza poi contare i fiori. Dopo aver visto le tante meraviglie del paese verde, Curiosin ringrazio’ sinceramente il suo ospite cortese e, da amico, l’abbraccio’ forte forte con tutto il cuore e saluto’ anche gli altri pesci verdi.

 

(24) E di nuovo mosse le pinne lentamente in quel mare tanto grande e si’ attraente. Pian pianino nuoto’ due notti e di’ per trovarsi infine al confine della tribu’ dei pesci blu. Si fermo’ un momento li’ per li’ per godersi il panorama di quel paese che non aveva visto mai ma che conosceva intimamamente nel suo animo. Era stanco ormai di quella lunga nuotata, ma, ad un tratto, a quella vista, si senti’ di nuovo vispo!

 

(25) Oh che gioia a veder per la prima volta da vicino il paesaggio del suol natio! Sentir nel cuore quella stragrande gioia dell’emigrante che ritorna alla sua patria! E poi vedere le grotte blu’ in mezzo alla vallata dalla collina, li’ al confine, ov’era il pesciolino! Che incanto! Che bellezza! Che felicita’! Curiosin prese una pera da un albero alla mano e non ve la prendete se la mangio’ senza dire “boh”!

 

(26) Mentre camminava, il piccolo Curiosin si meravigliava sempre piu’ dei begli alberi marini carichi di bonta’ divina e dei bei fiori colorati nella campagna di quella tribu’, che ovviamente lavorava con dedizione i suoi campi di coltivazione. Difatti, per la strada, Curiosin aveva incontrato tanti pesci contadini che si dirigevano tutti insieme verso i campi, con la zappa e la merenda, cavalcando con destrezza degli asini d’argento.

 

(27) Il Paese Blu si trovava su una collina proprio in mezzo alla vasta vallata marina, che era circondata da alte montagne arrugginite, tutte coperte di piante grosse, faggi e pini. Quell’orizzonte gli dava un aspetto quasi alpino, mentre quell’abbondanza di fiori e frutti marini, giu’ nella grande pianura in mezzo a quel mare, dava a Curiosin, che aveva viaggiato con tant’ansia, la speranza di ritrovarsi in un’oasi quasi tropicale!



Le avventure di Curiosin - Canto 4

 

(28) Indietro aveva lasciato l’immensa natura selvaggia per trovarsi, quasi per grazia divina, in mezzo a quel paese ordinato da pesci blu organizzati. Tutto piaceva all’occhio del piccol Curiosin, che ancora era mezzo sperduto, essendo caduto senza tanto sospetto nel paese dei suoi antenati. Voleva disperatamente incontrare qualche parente che gli avrebbe dato un letto senza pagamento! Pero’ la notte lo trovo’ per strada tutto affamato!


(29) Curiosin aveva cercato di prendere qualche frutto per la strada che menava al Paese Blu, li’ davanti, su quella collina, tutta protetta da muri giganti. Ed i campi, sotto l’occhio, da vicino, erano protetti da fili trasparenti che vietavano l’ingresso a tutti i pesci forestieri, che, da stranieri, non erano i benvenuti in quel luogo tanto ricco e prosperoso. Il povero pesciolino che, poverino, di speranza era entrato, si trovo’ subito disperato!

 

(30) Le strade erano larghe e ben mantenute con banchi e luci, e tutto l’aspetto era proprio meticolosamente tenuto. Pero’ per la strada, di notte, non c’era nessuno, eccetto i pesci guardia con musi lunghi, orecchie larghe ed occhi lucenti. Curiosin, che si sentiva tutto solo, si avvicino’ a due di loro, che passeggiavano li’ sotto gli olmi, sul marciapiede. Disse loro: “Vengo da lontano a vedere il mio paese. Per favore, ditemi se conoscete i miei parenti: i Pesci Blu della famiglia dei Curiosoni.”

 

(31) I pesci-guardia lo guardarono tutto sbalorditi che questi aveva osato avvicinarli con domande come qualcuno che avesse bisogno d’aiuto! Dovete sapere, oh miei cari, che nel Paese tutto Blu l’indipendenza non e’ solo virtu’, ma necessita’. E specialmente per i piccoli pesci come Curiosin che si trovava solo, senza protezione e senz’affetto di pesci che sentissero per lui una certa fratellanza, senza crudelta’, o inimicizia o pregiudizio!

 

(32) Improvvisamente, senza riguardo o complimenti, le guardie presero Curiosin con tutta la loro forza e lo buttarono giu’, mettendogli un gancio acuto tra le pinne e la codina, per non dargli nessuna possibilita’ di nuotare piu’ in avanti e di curiosare in questa citta’ tutta quanta. Lo portarono subito in prigione, dietro a sbarre grosse in una cella oscura, in quella notte buia. Oh che disgrazia! Oh quanto tremore! Oh che paura!

 

(33) Curiosin si senti’ veramente giu di morale li’, tutto solo, in quella stretta prigione, costruita dai suoi antenati! Rimase sbalordito durante quella brutta nottata… e non poteva ne’ pensare, ne’ farsi coraggio perche’ lo spavento lo aveva reso quasi morto! In un angolo della prigione c’era un lettino di alghe larghe, e li’ si addormento’. Pero’ si girava a destra ed a sinistra, e viceversa; comincio’ a delirare per la fame e per la febbre.

 

(34) La prima luce del mattino lo trovo’ intirizzito, raffreddato ed ammalato, ma di nuovo sveglio e vivo. Curiosin senti’ una voce li’ vicino che lo chiamava: “Piccolino, piccolino, chi sei tu? Perche’ sei qui?” Era la voce di Pelle Blu, il pesce barbone della tribu’. Questi spesso veniva quaggiu’ perche’ parlava di cose proibite dalla severa legge dei pesci-comandanti di quella societa’ ultra sviluppata e modernizzata, in quella contea marina dove mancava solo la liberta’!

 

(35) “Dimmi Pelle Blu, perche’ mi hanno messo qui? Io sono un pesce blu, sono innocente e voglio vedere i miei parenti,” piagnucolando chiese Curiosin al suo vicino. Il prigioniero locale gli spiego’ che i suoi parenti, i Curiosoni, erano tutti una massa di fetenti, e che non c’era d’avere fiducia di nessuno in quel paese di scontenti. Ognuno si guarda gli interessi suoi. Non c’e’ amore fra di loro. Figurati se ce ne hanno per stranieri e per qualcuno, come te, che viene a mendicare ‘aiuto’.

 

(36) “Curiosin, svegliati piccino mio. Fatti coraggio” Disse Pelle Blu, “comincia a gridare che sei innocente! Che vuoi il tuo avvocato provveduto dallo Stato! Accusa le guardie che ti hanno maltrattato! Non ti prendere di sfiducia. Questo e’ un Paese dove l’arroganza vien ben trattata, dove l’umilta’ e’ una grande debolezza, dove essere sincere, buono e bravo non viene ben riguardato. Tu devi dimostrare che sei importante, ricco, forte e prepotente!”

 

Le avventure di Curiosin – Canto 5

(37) Pelle Blu disse ancora: “Curiosin, dici alle guardie che hai molti capitali, che sei venuto per affari e trattare con la comunita’ mercante tutta quanta! Preparati con l’animo piu’ duro. Tu sei piccolino. Devi avere piu’ coraggio. Non aver paura di nessuno. Usa la tua fantasia per creare un tuo commercio e parli, spieghi, proponi cosa devi fare. Crei un’impressione di prima qualita’, di vigore, di entusiasmo… E allora avrai un posto accettato in questa citta’. 

(38) “Grazie Pelle Blu,” disse Curiosin con rinnovata fiducia. Ho capito. Ma dimmi: “perche’ sei qui tu che conosci tutta la citta’?” “E’ una buona domanda che mi fai, Curiosin! Sono qua perche’ ho speculato e non ho pagato a tutti quelli che ho truffato. Sai questo e’ un vizio di quest’ambiente cosi’ sbandato e tanto viziato! Tutti lo fanno e poi se ne vanno o in vacanza o in pensione o in tribunale! Ed io sono poi un gran chiacchierone!” Cosi’ Pelle Blu comincio’ a calmare il giovane Curiosin! 

(39) Pelle Blu aggiunse: “per questo pago spesso con qualche mese di prigione… ed i comandanti si fanno tutti una risata! Questa e’ la mia punizione!” Quando la guardia porto’ la prima colazione, Curiosin comincio’ a protestare la sua innocenza. Disse che aveva un mucchio di quattrini e che era un pesce ben educato, figlio di emigranti in mari lontani, ricchi di bestiame e dei grandi industriali di citta’.” La guardia comincio’ a guardarlo con sospetto. 

(40) Nel frattempo passarono una trentina di giorni mentre Curiosin continuava a fare i suoi esercizi di bugie ben curate e sviluppate, da strafottente e prepotente. La guardia ascoltava sempre piu’ attentamente ed il mangiare migliorava giornalmente! Finalmente la guardia si convinse di avere in quella cella sotterranea un nababbo di lontano, che poi non era tanto strano perche’ gli rassomigliava! E, per vantaggi futuri, lo rilascio’ con il pedante Pelle Blu. 

(41) I due amici si congratularono a vicenda per la nuova liberta’ e si avviarono lestamente verso la casa di Pelle Blu della Tribu’ dei Pesci Blu. Curiosin si senti’ cosi’ fortunato d’aver trovato il modo di vivere in mezzo alla sua comunita’ dalla dimora del suo nuovo protettore amico. La casa non era poi tanto malandata, anzi era proprio agiata e si trovava quasi al centro citta’. Ed il suo ospite non aveva ne’ moglie e ne’ figli ! 

(42) Dopo aver esplorato il suo quartiere e la citta’ insieme a Pelle Blu, Curiosin comincio’ a sentirsi a casa in quel luogo dove tutto camminava liscio e retto, come una macchina ben grassata ed oleata! Tutto sembrava che funzionasse in ordine chiaro e non c’era da aspettare per nessuno dei servizi che dovevi usare per vivere quotidianamente. Pero’ si notava ogni tanto quell’occhio freddo e penetrante dei locali che ti servivano disinvolti e con disinteresse.

(43) Tutti erano per il lavoro come dei robot programmati e non c’era nessuna discussione ne’ confusione. Capivano quello che volevi e ti davano delle scelte ben precise come qualcuno che si fosse seduto a tavolino per enumerare i tuoi bisogni di ogni tipo e varieta’. Quindi ti indirizzavano dove tu volevi nel loro mondo cristallino, con tanta chiarezza dovuta. E guai se qualcuno creava delle difficolta’ o problemi! Subito telefonavano e poi ti spiegavano tutte le regole. 

(44) A parte queste irritazioni, la citta’ era meravigliosa. Ci si trovava di tutto e di tutti: c’era una grande varieta’. La vita era piacevole quando avevi tutto per mantenerti. Se ricevevi uno stipendio o avevi degli investimenti con grossi dividenti o una pensione, ti trovavi la vita comoda e senza tante storie godevi i tuoi momenti. Dopo un mese di questa vita da turista appena arrivato, Curiosin decise di andare a scuola ed a trovarsi un lavoro a tempo ridotto. Il suo ospite rimase molto lieto di questa iniziativa. 

(45) Pelle Blu gli trovo’ una scuola proprio per lui, perche’ Curiosin parlava la lingua un po’ malandata e si sentiva che avesse bisogno di miglioramenti nella comprensione, nella parlata, nella lettura, senza poi contare la scrittura! Dopo la scuola e quando non studiava, Curiosin prese un lavoro da cameriere in un ristorante. Voleva scoprire senza tanto sgomento questo mondo dei Pesci Blu per capire dove veramente si trovava! E quante lezioni di vita pratica imparo’! Pelle Blu rimase molto contento del suo studente! 




Le avventure di Curiosin - Canto 6

(46) Dopo alcuni mesi di scuola e di studio, Curiosin comincio’ a godersi il tempo libero affiancandosi nelle attivita’ a conoscenti che diventarono piano piano suoi compagni, amici e confidenti. La loro compagnia era la fonte di tante nuove avventure nelle strade locali, giardini, piscine e tantissime altri posti interessanti. Li’ imparo’ a vivere da Pesce Blu e rispettare le regole della Tribu’. Eccetto quando si trovava nei guai...

(47) Ogni tanto alcuni suoi compagni piu’ cattivelli gli insegnavano anche ad essere un po’ monello in certe occasioni quando si incontravano in gruppo per sfidarsi a chi era il piu’ bravo o a chi sapeva ballare e cantare insieme come si fa a teatro. Un passatampo di strada che invogliava tutti ad essere felici con risate sonore e momenti di vera allegria. Ma Curiosin voleva imparare tanto di piu’ dalla sua esperienza nel Paese Blu. 

(48) Dopo avere migliorato la lingua del Paese Blu, chiamata Blulingua, Curiosin era pronto per continuare a partecipare piu’ attivamente alla vita cittadina ed a conoscere le sue istituzioni, i modi di viaggiare e di trasporto, le grandi ditte dei servizi e dei prodotti locali, il porto marino dove arrivavano merci da altri Paesi di pesci di colori diversi, inclusi da quello del Paese Verde. Oh com’era interessante la nuova citta’! Che bellezza! 

(49) Curiosin chiese al suo amato padrone di casa, Pelle Blu, dov’era l’Universita’ perche’ voleva imparare di piu’ delle leggi, della Blulingua ed anche la Verdelingua perche’ un giorno avrebbe visitato di nuovo il suo amico Verdolin e magari ritornare vicino alla spiaggia da dove era scappato dalla sua vasca nativa. A Curiosin interessava anche la parte sociale dell’Universita’ dove si trovavano giovani studenti e studentesse. 

(50) Tutti nello stesso Ateneo per diventare qualcuno nel Paese Blu. Chi voleva essere dottore o ingegnere, chi voleva fare l’avvocato o l’insegnante, chi voleva fare tante altre cose. Insomma c’e’ veramente da imparare in questo luogo privilegiato e rispettato. La conoscenza, la scienza, l’economia si trovano insieme per il beneficio della Societa’ preparando gli studenti ad una vita attiva nelle varie professioni. La Grande Citta’ ha bisogno di tutto, di tutti... E l’Universita’ e’ una cittadella del Sapere e di Ricerche. 

(51) Ogni persona contribuisce alla vita cittadina dando il proprio sapere e migliorando tutto cio’ che si trova nel mondo marino. Alcuni pesci sono addirittura esperti nell’approfondire le proprie conoscenze di nuovi mondi, inclusi quelli terreni e delle genti che vengono al mare come pirati! Questi prendono molti pesci in grandi reti e poi quei pesci non si vedono piu’ in giro. Chissa’ cosa ne fanno di loro? Li ammazzano, li mettono in prigione all’oscuro, li preparano a mettersi in mostra ... Chissa’? 

(52) Pero’ Curiosin non sapeva come andare all’Universita’. Una sera venne un certo Pesce Monaco a visitare Pelle Blu. Questi aveva un negozio di abbigliamento proprio vicino all’Ateneo dove Curiosin voleva andare a studiare. Ecco l’opportunita’ di chiedere all’amico del suo benefattore cosa fare per andarci. Questi gli disse di prendere l’autobus marino e di scendere alla fermata chiamata Ligone. Questa strada era rinomata per i suoi caffe’, ristoranti e negozi di abbigliamento. 

(53) Via Ligone era una zona della Citta’ Blu ben conosciuta per tanti suoi uffici per il commercio e le attivita’ sociali. C’era anche un barbiere che acconciava le pinne e tutto il tessuto di pelle dei Pesci cittadini. Il Signor Barbiere Rame era molto conosciuto e benvoluto. E si ricordava anche del papa’ di Curiosin prima che se ne andasse per non ritornare piu’. Il Signor Pesce Rame prese in simpatia il vispo Curiosin e con un sorriso lo indirizzo’ sulla via che portava all’Universita’. ‘Ti raccomando. Studia molto”. gli disse. 

(54) Curiosin ringrazio’ Il Signor Pesce Rame con una stretta di mano e ando’ via. Avrebbe poi scoperto tanto di piu’ di questo ambiente amichevole siccome gli studenti ed i loro professori si riunivano spesso in qualche caffe’ o ristorante di propria scelta. Curiosin cammino’ a piedi nella giusta direzione, ma fece anche altre domande a dei passanti per come arrivare dalla fermata al Dipartimento di Studio di sua scelta. In poco tempo Curiosin arrivo’ davanti alla porta dell’Ufficio dell’Amministratore di Legge. 



Le avventure di Curiosin - Canto 7

(55) Infatti Curiosin aveva studiato abbastanza per essere ammesso ad una Universita’ molto piu’ lontana dalla casa dove abitava con Pelle Blu. Il Pesce amministratore si chiamava Mister NichBlu e dopo aver parlato con lui, Curiosin decise di scegliere delle materie che gli avrebbero permesso poi di entrare nella Facolta’ di Legge l’anno seguente. Il consiglio di Mister NichBlu di studiare Lingue, Storia e Filosofia diede al nuovo studente universitario tempo libero per incontrare tanti altri pesci studenti di altre facolta’. 

(56) E Cosi’ comincio’ il periodo bello degli studi e di una vita spensierata. Curiosin fece molte amicizie, fece parte di un paio di Clubs per studenti, incontro’ anche delle belle studentesse che frequentavano le stesse lezioni... e continuo’ anche a fare un lavoro part-time per avere un po’ di soldi da spendere. Comincio’ anche a fumare ed uscire a ballare. Pero’ studio’ abbastanza per avere risultati sufficienti e soddisfacenti alla fine di quell’anno in quel magnifico ambiente dove c’erano tanti pesci giovani come lui. 

(57) In quel primo anno Curiosin imparo’ a muoversi con piu’ disinvoltura ed a migliorare la Blulingua. Difatti Curiosin si iscrisse a studiare Lingua e Cultura di Casalingua e di Verdelingua, piu’ la Storia e le origini della legge del Paese Blu e Filosofia. Cosi’ inizio’ a guardare il mondo marino con piu’ larghe vedute. Tutto ando’ liscio quell’anno ed in piu’ ricevette anche un sussidio governativo dei Pesci Blu. Le cose andarono bene e, in fine anno, Curiosin si presento’ davanti a Mister NichBlu. 

(58) Mister NichBlu fu di parola e fece entrare Curiosin nella Facolta’ di Legge dei Pesci Blu. Pero’ gli disse anche di continuare a studiare le Lingue perche’ i suoi punteggi in queste materie erano piu’ alti delle altre. Il secondo anno all’Universita’ fu un vero nuovo capitolo perche’ Curiosin si trovo’ a dovere studiare materie legali che richiedevano molto piu’ impegno. Per i primi mesi del nuovo anno andava tutto abbastanza bene, pero’ le attivita’ ricreative, il lavoro part-time, le tante amicizie ed anche un impegno con il teatro gli fecero perdere gli esami di Legge. 

(59) Curiosin era diventato abile a fare domande ed anche a dare risposte nelle sue classi con altri studenti, ma prese questo studio cosi’ impegnativo con piu’ leggerezza. La sua partecipazione era buona nelle esercitazioni di classe. Pero il vero esame era quello finale. E quest’ultimo determinava se continuare o essere espulso dalla Facolta di Legge. I punteggi negli esami non furono sufficienti. E cosi’ Curiosin non poteva continuare i suoi studi di Legge, ma seguire soltanto lo studio delle Lingue, di Storia e di Filosofia. 

(60) Fu un periodo molto triste perche’ anche i suoi amici che studiavano Legge non avevano avuto dei buoni risultati, ma potettero continuare a studiare Legge perche’ erano riusciti nel Primo Anno di studio. Siccome Curiosin era entrato in quella Facolta’ dopo il primo Anno nella Facolta’ di Arte con lo studio delle Lingue, lui non pote’ continuare a studiare Legge. Ma Curiosin non si diede per vinto. Ando’ da Mister NichBlu e gli chiese di volere ripetere quel primo anno perche’ lui voleva fare l’avvocato. 

(61) Mister NichBlu disse: “per me va bene, pero’ devi avere il permesso dei tuoi due professori delle materie in cui i tuoi risultati non sono stati sufficienti.” Curiosin ando’ a trovarli e presento’ la sua richiesta. Ma questi non furono d’accordo e gli negarono il rientro nella Facolta’ di Legge. Curiosin rimase molto dispiaciuto e ando’ nella Biblioteca dell’Universita’. Li’ comincio’ a scrivere per spiegarsi come si era trovato in questa brutta situazione e come poteva rimediare. 

(62) Decise di ritornare da Mister NichBlu. Questi lo accolse con molta simpatia. Gli disse: “siccome tu vuoi avere le due Lauree, Legge ed Arte, continua il tuo studio delle Lingue e della Storia di questo Paese Blu. Quando ti sei laureato in Arte, ritorna da me e ti faro’ entrare di nuovo nella Facolta’ di Legge, perche’ allora sarai un Laureato di questa Universita’.” A Curiosin piacque questa via d’uscita per risolvere il suo problema della mancata opportunita’ per la carriera di sua scelta. 

(63) Voleva essere Avvocato perche’ questa professione e’ molto ben riguardata. Anche i suoi sostenitori sarebbero stati contenti! Curiosin usci’ dall’ufficio di Mister NichBlu ed incontro’ una sua amica di classe. Lei gli chiese dove era andato. Curiosin rispose da Mister NichBlu. “Ah, da mio padre” disse lei! Che coincidenza! Questa studentessa aveva notato la bravura di Curiosin nelle classi di Pratica dove dei piccoli gruppi di studenti frequentavano per avere contatti con altri studenti. 




Le avventure di Curiosin - Canto 8

(64) Un Tutore, generalmente un bravo studente dell’ultimo anno di Legge, li guidava nelle conversazioni sui vari temi presentati dai professori di Cattedra. Curiosin vide questa studentessa altre volte in giro all’Ateneo, pero’ ormai non erano piu’ nella stessa Facolta’. Curiosin si riprese d’animo, pero’ la sua autostima rimase ferita per molto tempo, anche se da allora in poi, riusci’ agli esami di tutte le materie nella Facolta’ di Arte ed anche in una nella Facolta’ di Economia. 

(65) Curiosin ando’ spesso nella Biblioteca dell’Universita’ anche durante il periodo delle ferie universitarie. E li’ un giorno aveva scritto la sua prima poesia ... e poi tante altre. Li’ aveva anche cominciato a scrivere per se stesso. A spiegarsi perche’ lui aveva il vizio di procrastinare in alcuni impegni importanti ed a spaziare troppo al largo con le sue aspettative. I suoi piani per il futuro rimasero in bilico perche’ non sapeva piu’ cosa fare nella vita. Curiosin voleva fare l’Avvocato! 

(66) Difatti un giorno ad un Ristorante con amici della Facolta’ di Legge, il padrone del ristorante che li serviva gli diede il conto finale da organizzare con il bel gruppo festoso. Curiosin gli chiese: “perche’ hai dato il conto a me?” Il padrone/cameriere rispose: “tu sembri l’unico avvocato in questo gruppo!” Ma il tempo, dopo una brutta esperienza ed importante, aguzza l’ingegno e Curiosin dovette confrontarsi con la sua nuova realta’. 

(67) Non solo ci fu il rifiuto di continuare allo studio della Legge, gli fu tolto anche il sussidio governativo che aveva guadagnato l’anno prima con i buoni risultati agli esami finali. Adesso doveva continuare con i suoi lavori part-time e completare i compiti scritti per tutte le sue materie di studio. L’anno seguente i suoi amici di Legge capirono che dovevano studiare di piu’ per la laurea in Legge. Per questa ragione, Curiosin non li vide piu’ tanto spesso. 

(68) I suoi vecchi amici andavano a fare le ricerche nella Biblioteca della Facolta’ di Legge, mentre lui andava sempre in quella generale per tutte le Facolta’ piu aperte: come le arti, la filosofia, la storia, la geografia, l’economia e tutte le altre materie. Insomma questa Biblioteca Generale, chiamata Biblioteca Maya, ti apriva la mente soltanto a visitare i suoi tre piani pieni di libri di tutte le materie dell’Universita’. Anche di quelle Facolta’ che avevano la propria Biblioteca di specializzazione. 

(69) Difatti le Facolta’ di Medicina, Legge ed altre Materie piu’ tecniche avevano piccole Biblioteche dentro ai loro vari Dipartimenti di Studio di questa Cittadella del Sapere e delle Conoscenze. Questa ‘Universita’ Blu’ era un Paese a se’ con tutte le facilita’ necessarie per le migliaia di pesci studenti e dei loro professori e tutori. Ma anche di tutti gli altri pesci che lavoravano li’. C’erano ristoranti, teatri, saloni per le conferenze e le serate di divertimento. Poi c’era anche una piscina marina dove andavano ad esercitarsi i futuri campioni. 

(70) Tantissimi spazi verdi in mezzo a tante caverne marine dove vi erano uffici, stanzoni per le esposizioni di arte e sculture, teatri sia fuori che dentro a questi edifici. Insomma questa Universita’ Blu era la migliore delle Universita’ per la sua reputazione internazionale, ma anche per l’appoggio del Governo che permetteva a studenti meritevoli di continuare con gli studi con poca spesa per l’anno accademico. Non tutte le mancate opportunita’ sono negative. Cosi’ Curiosin si trovo’ con piu’ tempo libero da dedicare ad altre cose che a lui interessavano. 

(71) Curiosin riusciva a completare i suoi compiti per le lingue, storia e filosofia con facilita’ e senza tantissimo impegno! A lui piaceva essere libero di godersi la vita universitaria sociale e culturale. Difatti comincio’ a far parte di una compagnia teatrale appena stabilita dal Professore di Casalingua, quella che Curiosin aveva parlato con la sua famiglia. La Blulingua era infatti per lui una lingua da perfezionare: da imparare e migliorare insieme alla Lingua Verde di sua scelta’. E poi c’era lo studio della Storia. Ma quale Storia? 

(72) Difatti qui in questo Ateneo, Curiosin comincio’ ad apprezzare il fatto che la Storia ha tante facce e tanti modi di essere interpretata. I professori avevano spesso opinioni diverse di come spiegare i fatti che avevano avuto effetti positivi o negativi. Curiosin noto’ anche che essi ignoravano la storia di gruppi meno riconosciuti, di quelli che provenivano da altre culture di pesci e di diverse comunita’. Poi la filosofia gli aguzzo’ anche le vedute in quanto quest’ultima era un albero con tantissimi rami di conoscenze e di varieta’. 




Le avventure di Curiosin - Canto 9

(73) Si parlava della filosofia degli antichi, dei moderni, delle religioni, delle culture, degli individui... ma anche della interpretazione di termini come bellezza, realta’, modi di vivere. Non c’era qui una preparazione specifica per essere impiegato in una professione ben riconosciuta. Fu la sua partecipazione al Teatro Universitario della Facolta’ di Casalingua che indico’ a Curiosin la via da seguire nel suo futuro lavoro. Il Professore McHich lo prese in simpatia vedendo quanto impegno e tempo Curiosin dedicava all’attivita’ teatrale dei suoi studenti. 

(74) Questa compagnia amatoriale era riuscita a farsi un nome nella Comunita’ generale fuori dell’Universita’. La Casalingua era importante per i pesci di questa Comunita’. Il Dipartimento di Lingue aveva deciso di includere la pratica teatrale per migliorare pronuncia ed intonazione, parlare in pubblico e lavorare di squadra. Curiosin trovo’ queste attivita’ di grande interesse. Difatti lui era sempre presente alle prove che venivano fatte di sera due volte la settimana. Subito il suo impegno divenne un vero lavoro! 

(75) Non solo partecipava a fare delle parti nelle commedie o lavori teatrali, ma si impegno’ anche a promuovere le serate di recita al pubblico. Aveva anche con lui alcuni suoi amici che studiavano legge, altri che facevano gli stessi studi come lui. In piu’ in quella compagnia il Professore aveva impiegato un nuovo emigrato direttore di teatro, un regista che aveva fatto teatro, cinema ed era anche un bravo attore. C’era veramente tanto da imparare in buona compagnia di un gruppo che si aggirava sulla quarantina di pesci dilettanti. 

(76) Quell’anno fu una bella esperienza per Curiosin, che ancora pensava al perche’ non era riuscito agli esami di Legge. Pero’ questo continuo riflettere divenne vera ispirazione per lo scrivere di poesie e scritti vari. Tanto che riusci’ ad includere alcune poesie nella rivista universitaria del Club Sociale degli Studenti e da allora continuo’ ad essere incluso nella rivista ogni anno. Il suo nome veniva anche incluso nei programmi teatrali ed il suo approccio con i suoi compagni della promozione lo videro incontrare tanti proprietari di attivita’ commerciali ed industriali. 

(77) In piu’, il successo delle commedie e l’ambizione del Regista di avere un lavoro professionale pagato come regista, accrebbero l’impegno richiesto per il buon andamento di questa compagnia amatoriale. Alcuni degli studenti di Legge si ritirarono da queste attivita’ perche’ troppo impegnativa. Curiosin invece resto’ la’ sul posto per tutto il suo tempo all’Universita’. La Compagnia riusci’ a mettere in scena dodici commedie in tre anni! Fu anche riconosciuta a livello artistico con dei sussidi per il Regista, che divennero fonte di Discordia per alcuni dei dilettanti attori. 

(78) Il Regista lascio’ il suo lavoro di traduttore nel Giornale Casalingua e si impegno’ a tempo pieno in questa attivita’ che dava dei buoni risultati di promozione per attrarre piu’ studenti al Dipartimento di questa lingua e riconoscimenti a chi era coinvolto a livello professionale. Difatti il Teatro Casalingua, anche se amatoriale, diede a tutti un grande contributo per migliorare le abilita’ linguistiche e di sicurezza nelle presentazioni al pubblico. Una buona preparazione per i futuri lavori professionali di chi era coinvolto in quest’attivita’ istruttiva ed artistica. 

(79) E con il passare degli anni all’Universita’, e la Laurea in Lingue, Storia e Materie Umanistiche, Curiosin doveva pensare a cosa fare per il futuro. E fu qui che il Professore McHich gli suggeri’ di completare la sua preparazione professionale con un Diploma per l’insegnamento nelle Scuole. Curiosin voleva ancora restare studente cosi’ accetto’ il consiglio e si iscrisse alla Facolta’ di Educazione per il Diploma che gli avrebbe consentito un Lavoro nelle Scuole secondarie. Nel frattempo poteva continuare ad essere coinvolto con il Teatro. 

(80) Degli studenti nell’amministrazione e la promozione del Teatro Universitario, al regista era rimasto solo Curiosin. E penso’ che sarebbe stato bene uscire fuori dell’Universita’ e cominciare un’attivita’ commerciale. Decisero cosi’ di andare ad affittare una casa in una grotta vicino all’Universita’. Ma le cose non furono semplici perche’ il Regista non era mai stato in un’attivita’ privata con i propri capitali. E poi Curiosin era ormai in un ambiente dove doveva recarsi nelle Scuole per il suo Diploma. 

(81) Quell’ultimo anno fu interessante ma con il futuro in bilico su cosa fare dopo questi studi. Ritornare a studiare, andare a lavorare, cosa fare? Ed il Professore McNich ando’ in un altro Paese per un anno di aggiornamenti universitari. Il Gruppo che si era formato attorno al Regista Madone comincio’ ad essere critico di lui e del contributo di Curiosin. E poi gli studenti attori amatori pensavano ormai a cercare un futuro nella carriera di loro scelta. Erano rimasti soltanto chi gia’ era nella Compagnia per varie ragioni personali e di divertimento nel tempo libero. 



Tom Padula – Le avventure di Curiosin – Book 1 Insegna Publishers